- Falerii Novi
Falerii Novi, compresa nel territorio del comune di Fabrica di Roma, fu fondata per accogliere gli abitanti superstiti di Falerii Veteres, la capitale falisca conquistata e distrutta dai romani nel 241 a.C. Alleata di Roma e municipio nel I secolo a.C., conservò i caratteri originari, fu patria della moglie del poeta Ovidio e legata alla famiglia dell’imperatore Gallieno. Distrutta dai Normanni nel sec. XI, ospitò nello stesso periodo un’importante abbazia romanica (S. Maria di Fàlleri).
Le mura perimetrali, munite di torri quadrate e protette in parte dal vallo artificiale, definivano lo spazio urbano ed erano coronate da una fascia in aggetto. Quattro porte permettevano l’accesso allo spazio urbano: di queste resta in funzione la porta Cimina, detta anche porta Giove; mentre l’uscita settentrionale coincideva con il percorso della via Amerina, cardo della pianta urbana.
Entrando da Porta Giove, dopo gli edifici pertinenti all’abbazia, si nota sulla sinistra la chiesa di S. Maria di Fàlleri, recentemente restaurata, a tre navate con transetto e cinque absidi semicircolari; l’intervento dei Cosmati, Jacopo e Lorenzo, nel decorarne portali e arredi, anticipa la loro partecipazione nel vicino Duomo di Civita Castellana.
Proseguendo verso est, oltre la chiesa, interventi di scavo hanno messo in luce parte di un’insula, un tratto del decumano della città e della via Amerina (cardo). Nella zona sud-est la Porta Bove, dalla testa bovina scolpita nel concio di chiave; fuori delle mura, a destra della porta nord, resti di un mausoleo in opera cementizia e dell’anfiteatro.
Fuori del perimetro urbano le necropoli (Pian di Cava e Pontoni; Tre Camini), tra le quali la Tomba del Peccato; a sud-ovest le catacombe dei SS. Gratiliano e Felicissima; nei pressi la chiesa di S. Gratiliano.